Tutori in Rete sollecita un cambio d’approccio istituzionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA).
Sono sempre più numerosi i MSNA che non trovano accoglienza nelle strutture per minori previste per legge a causa della scarsità di posti disponibili. Un reiterato approccio emergenziale non può essere la soluzione per garantire loro protezione ed integrazione.
13 Settembre 2023 – Tutori in Rete (TiR), l’associazione nazionale costituita nel giugno scorso alla quale partecipano già 17 tra associazioni e gruppi di tutori volontari provenienti da 14 diverse Regioni italiane, esprime profonda preoccupazione per la perdurante crisi del sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, sollecita un cambio di approccio e richiama le Istituzioni al rispetto della normativa italiana, europea ed internazionale in materia.
I tutori volontari sono privati cittadini, specificamente formati, che a titolo volontario e gratuito assumono la tutela di uno o più minori stranieri non accompagnati (MSNA). Il ruolo va oltre la rappresentanza legale: il tutore volontario diventa spesso per il minore straniero solo una importante figura adulta di riferimento, capace di interpretare i suoi bisogni attraverso quell’attenzione dedicata che il tutore istituzionale non può avere, e di orientarlo anche rispetto ai suoi doveri. E’ suo compito anche quello di attivarsi affinché i diritti del minore siano effettivamente garantiti, incluso quello ad una adeguata accoglienza.
L’acronimo MSNA identifica ragazze e ragazzi stranieri, per lo più adolescenti, ma sempre più spesso anche bambine e bambini, che si trovano nel nostro Paese senza genitori o altri adulti di riferimento. Sono minori, prima che migranti, titolari degli stessi diritti in materia di protezione dei minori che sono riconosciuti ai minori con cittadinanza italiana o dell’Unione europea, ed hanno vissuti sempre pesanti.
Per loro le nostre leggi prevedono un sistema di tutele e garanzie rinforzate che includono, tra le altre cose, la nomina di un tutore volontario e l’accoglienza in strutture dedicate sin dalla prima accoglienza, pensate per essere in grado di dare risposte adeguate alla condizione di particolare vulnerabilità di questi minori e fornire loro i necessari strumenti di integrazione, anche grazie alla presenza di equipe multidisciplinari composte da operatori specializzati. Il tutto a beneficio non solo dei/delle minori, ma dell’intera società.
Questo in teoria, perché in pratica sono ancora troppo pochi i MSNA per i quali avviene la nomina tempestiva di un tutore volontario, non solo a causa dell’esiguo numero di tutori volontari formati rispetto al numero di MSNA presenti, ma anche per effetto di procedure di nomina in certi casi ancora poco efficienti a causa delle quali, paradossalmente, capita che tutori disponibili restino senza tutele assegnate, mentre MSNA diventano maggiorenni senza aver potuto beneficiare del supporto di un tutore volontario.
E, cosa ancor più grave, sono sempre più numerosi i MSNA che non riescono ad essere inseriti in strutture per minori – come previsto dalla legge – a causa della scarsità di posti disponibili (sia in prima che in seconda accoglienza) e che quindi, di fatto, sono esclusi dall’accesso agli strumenti di protezione e integrazione di cui non solo avrebbero diritto ma soprattutto urgente bisogno.
I tutori volontari sanno, in ragione dell’esperienza “pratica” maturata da quando è stata istituita nel 2017 con la legge Zampa la figura del tutore volontario, quanto possa essere pregiudizievole per un minore non ricevere o anche solo ricevere “tardi” la protezione di cui avrebbe avuto bisogno.
Per questo motivo sollecitano, attraverso la loro associazione nazionale, un intervento immediato delle Istituzioni preposte affinché sia superato l’approccio emergenziale e sia realizzata con adeguati investimenti una seria programmazione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati attraverso il rinforzo e l’ampliamento del sistema SAI MSNA, ritenuto al momento il più adatto a realizzare le esigenze di tutela e inclusione sociale per i minori stranieri soli.
Paola Scafidi, presidente di TiR, conclude: “La protezione dei minori stranieri non accompagnati è una delle più importanti prove di civiltà con cui il nostro Paese si misura da anni. Gli ingressi di MSNA verificatisi nel corso dell’estate non possono certo definirsi imprevisti o comunque imprevedibili: il fenomeno è strutturale e come tale deve essere affrontato con una seria programmazione dell’accoglienza e investimenti adeguati. Se vogliamo ancora definirci una società avanzata, un Paese civile, non possiamo permettere che un minorenne sia ospitato in un Cas adulti, nella stanza di una caserma, o peggio sia lasciato in strada”.
Il Consiglio Direttivo di Tutori in Rete