Lettera aperta al sindaco di Firenze

COMUNICATO STAMPA
 
LETTERA APERTA AL SINDACO DI FIRENZE, DARIO NARDELLA
Gentile sindaco Dario Nardella,
come Associazione toscana dei tutori di minori stranieri non accompagnati (Msna in sigla) desideriamo intervenire nel dibattito che in queste settimane si svolge sulla stampa locale a proposito dei “nostri” ragazzi. Le cronache ci dicono che a Rifredi il quartiere è mobilitato contro furti e rapine messi a segno dai minori stranieri e che a San Donnino alcuni abitanti hanno scritto una lettera al prefetto lamentando che il paese è diventato un inferno da quando i locali della parrocchia sono riservati ai giovani immigrati. Sembra insomma che i dintorni di Firenze si siano trasformati in una specie di far west con la popolazione spaventata da baby gang che delinquono. 
Rappresentare così la situazione ci sembra esagerato e fuorviante. Nessuno nega, naturalmente, che ci siano delle criticità da risolvere, ma quando i ragazzi sono guidati e sostenuti e si offrono loro delle opportunità, i risultati si vedono ed è tutta la collettività a guadagnarci.
Forse bisognerebbe cambiare prospettiva e vedere i minori stranieri non – o almeno non soltanto – come un problema di ordine pubblico, ma anche come una risorsa (e non è un luogo comune). Sappiamo tutti che cuochi, camerieri, baristi, ma anche idraulici, muratori, meccanici e via dicendo sono per lo più albanesi, pakistani, bengalesi… Si tratta in molti casi di quegli stessi ragazzini che, diventati maggiorenni, si sono fermati in Toscana perché i nostri territori hanno un disperato bisogno delle loro professionalità, soprattutto in campo turistico, professionalità spesso acquisite grazie ai corsi di formazione della Regione che ci auguriamo non vengano ridotti. I ragazzi che delinquono sono una piccolissima parte di quelli presenti: affrontiamo il problema, certo, ma guardiamo anche oltre. Noi tutori siamo  testimoni di molte storie positive di inclusione sociale.
In questi giorni si fa un gran parlare di emergenza anche a livello locale: lo ha fatto per esempio il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che è delegato Anci all’accoglienza, secondo il quale sarebbero in arrivo “massicce ondate” di Msna. Fermiamoci un momento sui numeri. Secondo il report ministeriale del 28 febbraio scorso, nelle strutture di accoglienza toscane ci sono 925 minori stranieri soli, vale a dire il 4,8% di quelli presenti sull’intero territorio italiano (19.422). La Sicilia, tanto per fare un confronto, ne ospita il 20% e oggi le va già bene visto che in anni recenti è arrivata al 43% del totale. Un quarto di questi minori sono ucraini, per lo più affidati alle famiglie: dunque i giovani stranieri ospiti delle comunità scendono intorno ai 700. Non siamo troppo lontani dai numeri del 2017 quando si contavano 671 minori. Queste “massicce ondate” al momento non si registrano, ma bisognerà prepararsi a nuovi arrivi in tempi brevi, visto il caos in cui versa la Tunisia.
Lei, sindaco, lamenta una situazione drammatica a Firenze perché la città metropolitana accoglie circa 400 ragazzi e le strutture sono piene. Sono tanti, è vero, anche in relazione alla popolazione; Prato però, per fare un esempio, ne ospita pochissimi, anche se si accolla la spesa di minori che si trovano in altri territori. I Comuni non devono essere lasciati soli, è vero – lo pensiamo anche noi tutori e tutrici – perché le strutture hanno un costo, e non basso: cerchiamo però di offrire ai giovani dei percorsi adeguati, che consentano loro di crescere e offrano gli strumenti per un futuro inserimento sociale e lavorativo, altrimenti quei soldi non saranno spesi bene.
Lei, sindaco, invoca un’accoglienza diffusa, e di nuovo siamo d’accordo. Ma questo tipo di accoglienza in Toscana esiste già, a parte qualche raro caso di concentrazione eccessiva. La redistribuzione andrebbe fatta semmai a livello nazionale, per lasciare un po’ di ossigeno alla Sicilia che non ce la fa più, ma se così fosse anche la Toscana dovrebbe
fare – un po’ di più – la sua parte.
Uno dei grossi problemi, secondo noi, è che mancano i tutori, soprattutto in alcune realtà come Piombino. Ma il nostro ruolo è importante, sa: siamo uno dei principali punti di riferimento per minori che hanno già alle spalle un vissuto complesso, a volte persino tragico, e che spesso scappano dalle guerre e/o dalla fame. E i tutori mancano non solo
perché il compito è impegnativo, ma anche e soprattutto perché in Toscana non partono i corsi di formazione. Spetta alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza promuoverli – possibilmente non solo a Firenze – ma da tempo non si muove niente: perché? 
Il Tribunale per i minorenni chiede spesso a noi tutori già formati la disponibilità a nuove tutele, derogando anche, in casi estremi, al limite massimo di 3 ragazzi per tutore/tutrice perché non sa più a chi rivolgersi. Lo stesso Tribunale, con le poche forze su cui può contare, è oberato, e i ritardi nel disbrigo delle pratiche creano non pochi problemi
ai ragazzi, soprattutto nel passaggio alla maggiore età, quando è necessario convertire il permesso di soggiorno. La legge 47 del 2017 – la cosiddetta legge Zampa – ha molto innovato in materia, ma rischia di non poter essere attuata pienamente se non si garantiscono gli strumenti necessari.
Adesso si sta discutendo dell’istituzione di un hub regionale – probabilmente nel capoluogo – per i Msna: il primo a chiederlo è stato Matteo Biffoni che lo giudica imprescindibile e poi lei, signor sindaco, a metà gennaio ha presentato la proposta al ministro Piantedosi che l’ha molto apprezzata. Secondo Biffoni, se abbiamo capito bene, l’hub dovrebbe avere “funzioni di protezione, identificazione, accertamento dell’età e screening psico-socio-sanitario” in vista di una redistribuzione dei giovani sul territorio. Noi tutori e tutrici vorremmo capire meglio. Le chiediamo: un eventuale hub andrebbe a sostituire i Cas, cioè i centri di accoglienza straordinaria, e garantirebbe così tempi più veloci nel passaggio all’accoglienza di secondo livello? In caso contrario non ne comprendiamo il senso.
Per concludere, ci sono molti temi che noi vorremmo affrontare con lei, insieme ai sindaci di altre città toscane e alla Regione: la nostra associazione chiede di essere riconosciuta come interlocutrice in tutti i tavoli istituzionali in cui si parla di Msna, perché portatrice di un’esperienza importante. Le proponiamo perciò un incontro in cui sia possibile
confrontarci e iniziare a collaborare, nell’interesse dei ragazzi stranieri e della cittadinanza tutta, per un diverso approccio al tema.
Grazie per l’attenzione.

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